STORIA

Nel marzo 1961 nasceva il Comitato cittadino per la difesa dei monumenti, composto dai seguenti soci fondatori: Angelini prof. Luigi, Bianchi geom. Renzo, Bistarelli prof. Armando, Giombini prof. Leopoldo, Giorgi arch. Giorgio, Mollaioli prof. Claudio, Pillitu prof. Luigi, Sarteanesi prof. Alvaro, Sarteanesi prof. Nemo, Vincenti geom. Antonio. Professionisti con competenze molto diversificate che, preoccupati dello stato di abbandono in cui versavano i pregevoli monumenti del centro storico, si impegnarono nell'ambizioso tentativo del loro recupero. L'Associazione aveva sede in un locale di proprietà del Comune, situato al pianoterra del Palazzo Bufalini che fungeva anche da sezione staccata della Biblioteca Civica, ed era stato sede dell'Associazione Arte e Cultura, costituitasi nel 1949 e sciolta proprio nel febbraio 1961. Nel decennio in cui l'Associazione Arte e Cultura operò al servizio della comunità, ne divenne membro anche il sindaco Gustavo Corba, apportando un notevole contributo. L'Associazione cercò di ripristinare un circuito culturale cittadino interrotto dalla guerra, promuovendo conferenze, mostre, proiezioni di documentari artistici e scientifici e rappresentazioni teatrali. Ma l'attività primaria fu la tutela del patrimonio artistico della città. A tal fine l'Associazione intervenne presso il prof. Mario Salmi, allora Vice Presidente del Consiglio Superiore delle Antichità e Belle Arti, affinchè la tavola di Giorgio di Andrea di Bartolo "Madonna col Bambino" (1412), proprietà del Capitolo della Cattedrale e in deposito a Palazzo Venezia a Roma, fosse affidata alla nostra Pinacoteca Comunale e non alla Galleria Nazionale dell'Umbria che l'aveva richiesta. Inoltre il 19 agosto 1949 l'Associazione si rivolse al Consiglio di Amministrazione della Fattoria Autonoma Tabacchi ottenendo che gli affreschi staccati dalla chiesa di Santa Caterina, sua proprietà, fossero consegnati alla nostra Pinacoteca. Nonostante l'Associazione Arte e Cultura avesse operato bene, per motivazioni interne si sciolse lasciando un gran vuoto. Fu allora che alcuni dei suoi componenti, con entusiasmo, convincimento e con l'apporto di nuovi professionisti, fondarono il "Comitato cittadino per la difesa dei monumenti". I soci operarono in un contesto in grande trasformazione, gli anni '60-'80 del secolo scorso, in cui la città, da centro di una economia prevalentemente agricola, si trasformava in un polo industriale di notevole importanza. L'Associazione seppe coglierne le potenzialità organizzando un lavoro di coordinazione fra le Istituzioni: Comune, Soprintendenza per i Monumenti dell’Umbria, Cassa di Risparmio e Fattoria Autonoma Tabacchi. I restauri iniziarono e ridiedero alla città gran parte del suo passato illustre, anche per la presenza di notevoli personalità tra i soci: l’arch. Giorgio Giorgi, molto preparato nel settore del restauro e ripristino dei monumenti, i proff. Alvaro e Nemo Sarteanesi, esperti d’arte e loro stessi artisti, restaurarono alcuni cicli pittorici tra i più importanti della città e dei dintorni, l’avv. Luigi Pillitu, presidente della Cassa di Risparmio, tifernate di adozione, amò la città pià che i cittadini nativi, Alberto Burri, già famoso a livello nazionale e internazionale, amico da sempre dei Sarteanesi e profondamente attaccato alla sua terra, il prof. Corrado Rosini, storico dell’arte, fu il tramite per il restauro gratuito eseguito nei laboratori fiorentini della Fortezza da Basso, della bellissima tavola del Rosso Fiorentino, detta “Trasfigurazione”(1530), precedentemente concessa per la mostra “Firenze e la Toscana dei Medici nell’Europa del ‘500”, che si svolse dal 15 marzo al 15 giugno 1980. Erano gli anni in cui Burri, con le sue innovazioni geniali, procedeva nella ricerca materica e formale riuscendo ad attrarre in città nomi illustri della critica tra i quali i proff. Cesare Brandi, Francesco Arcangeli, Vittorio Rubiu e Maurizio Calvesi che rimarranno poi legati alla sua “Fondazione”. Infatti Alberto Burri negli anni 1976-77 manifestò l’intenzione di donare alla sua città natale circa 40 quadri per un’esposizione permanente. La donazione determinò la nascita della “Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri”. I soggetti giuridici della Fondazione sarebbero stati gli Enti protagonisti della vicenda, cioè il Comune, la Cassa di Risparmio e il Comitato. Il nostro Comitato non aveva mai avuto veste giuridica, con l’ingresso di nuovi soci si diede uno Statuto (vedi allegato), assumendo la denominazione di “Associazione per la Tutela e la Conservazione dei Monumenti dell’Alta Valle del Tevere”, atto avvenuto il 5 aprile 1977, nello studio notarile Fiori Calè. Burri stabilì che, nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione ci fossero tre membri eletti dall’Associazione, tre dal Comune, tre dalla Cassa di Risparmio e dal 1992 tre dallo stesso Burri; dopo la sua morte tre dall’Università La Sapienza di Roma. Questo fu un periodo irripetibile, sicuramente gli anni d’oro dell’Associazione che ha continuato ad operare fino ad oggi in modo più discreto, ma sempre con efficacia e impegno. Ultimamente molti giovani professionisti, legati alla città e appassionati d’arte, si sono iscritti all’Associazione con la finalità di rinnovarla e renderla più visibile. A tal fine sono stati formati gruppi operativi in modo da sfruttare tutte le potenzialità degli associati nell’ambizioso programma di essere sempre puntuali e presenti nella salvaguardia del patrimonio comune. (La fonte il lavoro del socio fondatore prof. Armando Bistarelli, Associazione per la Tutela e la Conservazione dei Monumenti dell’Alta Valle del Tevere 1962-1992, Città di Castello, 1993, che ricordiamo onorandone la memoria).